venerdì 31 maggio 2019

Carta di credito senza busta paga: si può avere?

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carta di credito non viene assegnata automaticamente a ogni correntista, soprattutto se non ha entrate fisse regolari dimostrabili (come nel caso dell’accredito dello stipendio): prima c’è la valutazione della banca, che può anche essere negativa. Esistono però delle garanzie alternative per accedere a questo strumento, e se proprio non si riesce a ottenerlo ci sono sempre le carte prepagate.
Le garanzie alternative e gli altri strumenti di credito

Uno strumento duttile e sempre più diffuso

Le carte di credito e di debito oggi sono un accessorio quasi indispensabile per le transazioni. Sulla scia di altri Paesi, dove i pagamenti digitali sono la realtà più diffusa, anche l’Italia soprattutto per le grandi somme sta scoraggiando l’uso del contante, che presenta diversi problemi (la necessità di effettuare continui prelievi, l’assenza di controlli per l’eventuale evasione, perfino l’igiene). 
Le carte di credito e debito sono arrivate perfino ad assorbire su sé stesse un intero conto corrente, come accade con le più moderne carte conto con IBAN. In più, senza carta di credito o debito gli acquisti su Internet sono praticamente impossibili, a parte quei pochi negozi che ancora offrono una spedizione in contrassegno.

A che cosa serve la carta di credito

Rispetto alla carta di debito, che si limita a consentire l’accesso al proprio capitale presente in un conto corrente, la carta di credito rappresenta un vero e proprio fido – con un massimale che cambia a seconda della tipologia di carta – per l’utente: l’istituto di credito di fatto anticipa il contante al correntista (sia per un prelievo che per un pagamento) e si rivale poi nel mese successivo, permettendo così di gestire con maggiore libertà le proprie spese e quindi di poter effettuare acquisti per i quali, teoricamente, non si ha ancora il contante (che magari arriverà proprio a fine mese, con lo stipendio).
La carta di credito rappresenta infine un’ottima alternativa per quanto riguarda il pagamento di utenze e di bollette, che permette di saltare le code in Posta per pagare il bollettino semplicemente addebitando periodicamente sulla carta stessa il costo bimestrale o trimestrale; inoltre, può essere utilizzata anche per pagare le rate di uno smartphone che è stato acquistato in abbinamento a un’offerta di telefonia mobile.

Quando viene concessa la carta di credito

Essendo a tutti gli effetti un fido, la carta di credito non viene concessa però a tutti i correntisti indiscriminatamente. C’è bisogno di una valutazione da parte dell’istituto di credito, che richiede qualche giorno e che può essere positiva o negativa. Questo perché la banca vuole avere garanzie sull’effettiva restituzione (come, ad esempio, l’accredito periodico dello stipendio o della pensione). In particolare, la busta paga rappresenta la garanzia standard per un istituto di credito, che sa che il cliente, soprattutto se ha tempo determinato, avrà sempre la disponibilità – almeno nell’immediato – del denaro necessario per saldare i debiti contratti nel mese precedente.
Per questo motivo, ricevere una carta di credito senza la busta paga o più in genere senza avere un reddito dimostrabile (ad esempio perché si è disoccupati o si ha un lavoro di tipo occasionale) non è facile, soprattutto se si ha bisogno di un plafond alto. Ancora peggio quando si vuole richiedere una carta di credito revolving, ovvero quel titolo che consente di ripagare a rate, con l’aggiunta degli interessi, il debito maturato con la banca.

Come fare per ottenere la carta senza busta paga

La busta paga è sì il più ovvio e comodo sistema per dimostrare a un istituto di credito che si è solvibili e che quindi la banca non corre il rischio di rimanere con un credito non pagato, ma non è l’unico. Esistono infatti diverse garanzie alternative che possono essere fatte valere per dimostrare la propria situazione patrimoniale. 
Una prima fattispecie è quella del reddito fisso dimostrabile ma non assimilabile a uno stipendio o a una pensione. Ad esempio, se si è proprietari di un immobile e si ha un affittuario di lunga data, è piuttosto semplice dimostrare a una banca che un’entrata fissa in effetti c’è; discorso analogo per altre rendite dimostrabili, come un lascito o un vitaliziodi qualsiasi genere, un assegno di mantenimento fisso e così via. Inoltre, se sul conto si ha una giacenza media elevata e un saldo sufficiente a “tranquillizzare” una banca anche in caso di mancata entrata fissa, potrebbe non esserci bisogno di un’altra garanzia.

Il supporto di terzi

Quando mancano le entrate fisse personali, di norma è necessario fare affidamento sul supporto da parte di altre persone. L’esempio più classico è quello del coniuge o di un altro familiare (ad esempio i genitori per uno studente universitario che va a vivere da solo per frequentare i corsi, e che ha bisogno di autonomia di spesa). 
In ogni caso, se non si ha fretta e si può avere la carta di credito anche in un secondo momento, quando si apre un nuovo conto corrente un primo bonifico abbastanza consistente (nell’ordine dei 3.000 euro) può essere sufficiente per influenzare la decisione della banca, soprattutto se la cifra non viene toccata fino al successivo estratto conto, quindi per 3 o 4 mesi. In alternativa, una movimentazione del conto abbastanza vivace (con un flusso di entrate e di uscite superiore a 500 euro al mese, a dimostrare che comunque si hanno a disposizione con una certa regolarità delle somme in entrata) è un altro modo utile per convincere la banca riguardo alla propria affidabilità.
Il criterio rimane comunque quello dell’affidabilità creditizia: è importante avere uno “storico” buono (senza essere stati protestati e senza risultare in alcun albo dei cattivi pagatori), e non pretendere di a vere subito il massimo che si può richiedere, come una carta di credito Gold o Platinum con plafond molto alto o, ancora, una carta revolving per rateizzare i propri acquisti.

Le politiche delle singole banche

In ogni caso, non esistono regole generali per quanto riguarda il comportamento delle banche, e di norma ciascun istituto di credito si attiene a regolamenti e abitudini proprie. Spesso ci sono anche differenze marcate tra gli stessi conti correnti, o tra banche che appartengono allo stesso gruppo (come UniCredit o FinecoBanca Popolare di Milano e Webank e così via). La banca ha sempre la facoltà di rifiutare anche qualora i requisiti fossero rispettati, ad esempio quando il conto corrente è stato troppo a lungo in rosso o ci sono stati ritardi di pagamento di cui non si è a conoscenza (un controllo presso la Crif, Centrali Rischi Finanziari, dovrebbe essere sufficiente a evidenziare situazioni di questo tipo).

Le carte di debito, le prepagate e le carte conto

Quando non si può avere una carta di credito perché non si dispone di sufficienti garanzie, e se si ha soprattutto bisogno non tanto della possibilità che la banca anticipi, ma solo di uno strumento di pagamento elettronico, allora l’opzione migliore è puntare sulle carte di debito, per le quali, spesso, oggi non è nemmeno più necessario disporre di un conto corrente d’appoggio.
Le già citate carte conto consentono infatti di eseguire la stragrande maggioranza delle operazioni che un conto corrente tradizionale mette a disposizione dei suoi correntisti, ma in forma molto più flessibile e leggera, grazie all’integrazione delle ultime tecnologie – e, in particolar modo, delle app per smartphone.
Esistono sia carte conto “pure”, che sono del tutto separate da un conto corrente (e che quindi non possono garantire tutti i servizi di un conto normale, soprattutto per quanto riguarda la loro alimentazione) e carte conto “ibride”, che si basano soltanto sulla carta in sé e sull’immancabile applicazione per cellulare ma che di fatto non si distinguono dai conti più classici, a parte le funzionalità avanzate e un sistema di gestione più moderno. Entrambe sono a disposizione anche di chi non ha un reddito dimostrabile o una busta paga.
Del primo tipo fa parte Hype, la carta conto che ha le coordinate IBAN necessarie per emettere bonifici, può essere ricaricata (e usata per i prelievi) senza commissioni in tutto il mondo, consente di consultare i movimenti delle app e ha una registrazione estremamente rapida, proprio perché non è necessaria una complessa approvazione da parte della banca. Hype è gratuita ma esiste una versione a pagamento, Hype Plus, a 1 euro al mese, e permette anche di accreditare lo stipendio e addebitare in automatico le spese periodiche (come quelle per le bollette). Con il codice GIFT10, chi sceglie Hype Plus inoltre riceve 10 euro di bonus.
Leggermente più lunga l’apertura del conto per N26, vero e proprio conto corrente per smartphone, che rispetto a Hype ha molti meno limiti riguardo alle cifre massime che si possono spendere in un determinato lasso di tempo. La versione base è gratuita, mentre N26 Black ha un costo di 9,90 euro al mese ma include anche il pacchetto assicurativo Allianz, e infine N26 Metal (a 16,90 euro) propone anche diverse offerte partner esclusive e il supporto clienti dedicato.
C’è anche chi divide i suoi servizi in due diverse versioni, una accessibile a tutti e gratuita e una sottoposta al previo controllo da parte dell’istituto di credito. Un esempio in questo senso è buddybank, il conto nato per i possessori di iPhone, compatibile con Apple Pay (e che regala i nuovi AirPods a chi apre un conto entro il 1° luglio); la versione base, completamente gratuita, comprende anche la carta di debito; il modulo buddybank love, a 9,90 euro al mese, invece, include anche – dopo la valutazione da parte della banca – la carta di credito vera e propria.
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Mutuo e conto corrente: farlo con la stessa banca conviene?

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Mutuo e conto corrente: farlo con la stessa banca conviene?


Quando vi è la necessità di accendere un mutuo è sempre opportuno valutare un gran numero di fattori ed evitare di agire di impulso e sottoscrivere la prima proposta disponibile. Uno degli aspetti da tenere in considerazione è rappresentato dall’opportunità di richiedere il mutuo alla stessa banca con cui si è già aperto un conto corrente. Vediamo, quini, se conviene accendere un mutuo con la stessa banca dove si ha il conto corrente o se, invece, può risultare più conveniente optare per un’altra soluzione, andando a scegliere un istituto di credito differente rispetto a quello con cui si ha un conto attivo. 

Ecco tutti i dettagli su uno dei fattori più importanti legati all'accensione di un mutuo
Scegliere la banca dove accendere un mutuo richiede un’attenta analisi delle proprie opzioni al fine di individuare la soluzione migliore, sia in termini di costi complessivi che di flessibilità e servizi accessori disponibili per chi ha bisogno di un mutuo per poter acquistare un immobile.
Come chiarito dalla normativa di riferimento su queste tematiche ed, in particolare, dal Codice del Consumo, D.Lgs. 6.9.2005 n. 206 (articolo 21 comma 3-bis) incluso nel decreto Salva Italia, è possibile stipulare un mutuo con una banca ed avere un conto corrente con un’altra banca su cui addebitare le rate.
Spesso, si crede che il conto corrente ed il mutuo ad esso correlato debbano essere gestiti dallo stesso istituto di credito. Come chiarito dalla normativa vigente, una banca non può obbligare il cliente a sottoscrivere polizze o un nuovo conto corrente da abbinare al mutuo appena richiesto.
Allo stesso modo, non è possibile rifiutare l’accensione del mutuo nel caso in cui il cliente non desideri attivare uno dei servizi offerti dalla banca stessa. Nel caso in cui la banca dovesse fare ostruzionismo, tentando di obbligare il cliente ad aprire un conto corrente insieme all’accensione del mutuo, sarà facoltà del cliente rivolgersi all’Arbitro Bancario o ad un giudice andando a citare la banca per “comportamento scorretto” e violazione dell’attuale normativa.
E’ facoltà della banca, in ogni caso, proporre (senza obbligare), al cliente che richiede il mutuo, la possibilità di accedere ad uno o più dei servizi esclusivi che l’istituto stesso offre ai suoi clienti che vanno a sottoscrivere un mutuo. Si tratta di un’opzione in più che la banca può sfruttare, in modo trasparente, per illustrare le sue offerte ed i vantaggi che vengono riservati a chi scegliere di utilizzare tutti i servizi disponibili con l’istituto stesso.
A conti fatti, quindi, resta facoltà del cliente, che vuole accendere un mutuo, scegliere la soluzione più idonea alle proprie esigenze. Tale scelta deve passare da un’attenta analisi dei costi e dei benefici legati alla sottoscrizione di uno specifico contratto ed alla apertura di un nuovo conto corrente.
Come vedremo qui di seguito, scegliere la stessa banca per accendere un mutuo dove si ha un conto corrente può risultare una scelta vincente (in termini di convenienza economica). Resta, in ogni caso, fondamentale analizzare nel dettaglio la situazione per assicurarsi che la scelta indicata sia davvero la migliore.

Mutuo e conto corrente con la stessa banca: quando conviene

Le banche non possono obbligare un cliente ad aprire un conto corrente con l’istituto per poter accedere al mutuo. Allo stesso modo non è possibile rifiutarsi di riconoscere il mutuo, nei casi in cui vi siano tutte le garanzie del caso, se il cliente ha un conto corrente con un altro istituto e non vuole trasferirlo presso l’istituto che erogherà il mutuo in quanto non trova conveniente questa soluzione.
Solitamente, accendere un mutuo presso la banca dove si ha già un conto corrente e, quindi, si è già clienti (magari da diversi anni) risulta essere la soluzione più vantaggiosain quanto gli istituti hanno la possibilità di proporre soluzioni agevolate ai loro clienti.
La convenienza delle promozioni che la propria banca garantisce a chi vuole accedere ad un mutuo va, in ogni caso, valutata caso per caso. La proposta “agevolata” della propria banca va, infatti, confrontata con le migliori soluzioni per i mutui disponibili sul mercato italiano.
Per effettuare questa verifica, è consigliabile consultare il comparatore di SosTariffe.it per mutui, cliccando sul box qui di sotto. Dal comparatore è possibile scoprire le migliori soluzioni per attivare un mutuo online (verificandone la fattibilità) andando così a sfruttare la possibilità di minimizzare i costi.
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Banche, dal 1° giugno novità per i conti correnti del circuito CBI

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In linea con le indicazioni di Banca d’Italia, le banche italiane aderenti a CBI Globe anticipano di oltre tre mesi l’avvio della fase operativa della piattaforma Global Open Banking Ecosystem.

Banche, dal 1° giugno novità per i conti correnti del circuito CBI
Sarà operativa dal 1 giugno, in anticipo di oltre tre mesi rispetto alla scadenza del 14 settembre 2019 indicata dalla Direttiva PSD2, la piattaforma CBI Globe– Global Open Banking Ecosystem che consentirà a chi dispone di un conto corrente online di disporre pagamenti o ottenere informazioni sul proprio conto anche attraverso l’impiego di app di altri soggetti bancari e non, appositamente autorizzati ad operare in Italia. Un’anticipazione sulla scadenza europea che, in linea con le indicazioni di Banca d’Italia, supporta al massimo gli aderenti nell’applicazione della Direttiva PSD2 e consentirà di ampliare notevolmente nel nostro paese il livello di integrazione ed efficienza nel mercato dei pagamenti. Ad oggi hanno aderito alla piattaforma CBI Globe quasi 300 banche che rappresentano circa l’80% del mercato bancario italiano.
In particolare, CBI Globe consente al consumatore di operare in modo sicuro, facilitando il colloquio tra la propria banca ed altri operatori che offrono servizi dispositivi (Payment initiation service providers – PISP), informativi (Account information service providers – AISP) e pagamenti con carta (CISP -Card Issuer Service Providers), tramite interfacce tecniche di tipo Open API (Application programming interfaces), in coerenza con quanto definito in ambito europeo dalla PSD2. “La modellazione di CBI Globe e dei servizi che saranno disponibili sulla piattaforma – dichiara Liliana Fratini Passi, Direttore Generale del Consorzio CBI – sta coinvolgendo tutti gli attori della filiera dei pagamenti. A tal fine è stato lanciato oggi l’API Stakeholder Forum, un ecosistema collaborativo che coinvolgerà Istituzioni, prestatori di servizi di pagamento e fintech nella definizione di ulteriori servizi innovativi da sviluppare a vantaggio del cliente”.
L’esperienza che i prestatori di servizi di pagamento stanno vivendo con CBI Globe dimostra come la strada collaborativa sia la migliore per realizzare economie di scala nella condivisione dei costi di compliance e, allo stesso tempo, per stimolare creatività innovativa contando su un rilevante numero di attori del mercato. “Occorre sottolineare – continua Fratini Passi – che questa esperienza conduce l’ecosistema verso l’economia delle informazioni, e quindi al passaggio dall’open banking al data sharing.” CBI Globe è senza dubbio la dimostrazione di come i Prestatori di Servizi di Pagamento europei potranno concorrere a livello internazionale, evitando dispersione e frammentazione. Dalla partenza della fase di test avvenuta il 14 marzo 2019 hanno richiesto informazioni sulle specifiche API di CBI Globe oltre 30 prestatori di servizi di pagamento, tra cui anche diversi operatori esteri. Nei tavoli di confronto europei è emerso come solo pochi altri paesi, tra cui Spagna e Portogallo, abbiano realizzato iniziative cooperative simili a CBI Globe.
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Vantaggi conto corrente postale 2019: ecco perché conviene

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Vantaggi conto corrente postale 2019: ecco perché conviene
Oggi l’offerta di conti correnti è incredibilmente ampia, e gli italiani sono sempre più indecisi nella scelta della banca a cui affidare i propri risparmi. Alcuni istituti però, più altri, hanno conquistato milioni di clienti grazie all’esperienza maturata in ambito finanziario. Fra questi vi è Poste Italiane, realtà operante nel settore dei servizi postali, ma anche assicurativi e bancari. Quali caratteristiche ha il conto corrente postale? Conviene aprirne uno nel 2019? Ecco le risposte.
Poste Italiane è sempre al passo coi tempi. Il conto corrente proposto dalla società leader dei servizi postali in Italia soddisfa le esigenze di ogni tipo di cliente, merito soprattutto dell’elevato livello di personalizzazione dei prodotti e della convenienza degli stessi. Poste Italiane offre Conto Corrente Base e Conto Banco Posta, che rendono semplici operazioni frequenti come l’accredito dello stipendio o della pensione; bonifici; versamenti di assegni; pagamento di bollettini; MAV e RAV; ricariche telefoniche e domiciliazione delle bollette.
Conto Banco Posta in particolare, oltre alle funzioni specificate, include una carta di debito con la quale fare acquisti via POS oppure online; un carnet di assegni e la possibilità di accedere al conto da un’area riservata da cui gestire il proprio denaro via pc o smartphone. Conto Banco Posta prevede il pagamento di un canone mensile di 6 euro. Chi apre il conto nel 2019 però, può beneficiare degli sconti di una speciale promozione.
Diventando clienti Poste Italiane a partire dal 10 gennaio 2019 il canone può essere ridotto a 4 euro. Per accedere allo sconto basta accreditare lo stipendio o la pensione sul conto corrente postale e mantenere un saldo medio di almeno 5.000 euro. In presenza di una sola delle due condizioni invece, Poste Italiane sconta il canone di 1 euro, che passa così da 6 a 5 euro.
I clienti più smart possono scaricare la comoda app mobile Banco Posta e gestire le proprie finanze esclusivamente via Mobile Banking. Con l’app mobile Banco Posta, oltre a visualizzare il saldo, la lista movimenti e a compiere le operazioni più importanti, si possono tenere sotto controllo le entrate e le uscite, organizzarle in categorie e impostare obiettivi di spesa personalizzati.

Migliori Conti Correnti del mese

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Banca:N26
Prodotto:Conto Corrente N26
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*Le tabelle riportano a titolo esemplificativo la struttura del sito. Per tutte le offerte poste in comparazione clicca sul tasto vai e ottieni tutte le informazioni necessarie per valutare la proposta adatta alle tue esigenze

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